Momi e Marino si sono conosciuti in tenera età e nella loro amicizia hanno fatto insieme un grande cammino di spiritualità.
Momi era delegato Aspiranti di A.C. di tutto il Vicariato e con Marino andavano a fare le conferenze agli aspiranti, magari a piedi, poi in bicicletta ed infine con una macchina usata.
Più avanti hanno conosciuto altre persone anche loro dell’ambiente A.C. e hanno cominciato ad andare a Como per frequentare l’Istituto di Cristo Re, partecipando agli esercizi spirituali nell’eremo di San Salvatore, dove la cerchia di amicizie si allargava.
Ogni sabato e domenica erano a Vicenza, a Villa San Carlo, oppure al San Raffaele. Qualche volta gli incontri avvenivano anche a Chiampo, presso i francescani della Pieve, in sette o otto, soffermandosi in lunghe pratiche spirituali e nella preghiera.
Marino poi partì per l’Africa per insegnare agli africani, iniziando a costruire ospedali, pozzi per l’acqua e tante altre opere utili.
Dopo il suo ritorno a casa, un giorno ebbe la visita di un vescovo africano che ha confessato che lui era vivo grazie alle cure avute nell’ospedale costruito da Marino.
Andava tutte le sere a San Giovanni Ilarione a trovare la signora Augusta una maestra in carrozzina. Qualche volta era accompagnato da Momi, per farle un po’ di compagnia e pregare insieme.
Quando Marino si ammalò, Momi andava tutti i giorni a fargli compagnia. Quando è mancato ha sofferto tanto perché gli veniva a mancare un fratello, un amico.
MARINO BERGAMIN E GIROLAMO, (MOMI) BEVILACQUA
Memoria di Maria Bevilacqua
Momi e Marino si sono conosciuti in tenera età e nella loro amicizia hanno fatto insieme un grande cammino di spiritualità.
Momi era delegato Aspiranti di A.C. di tutto il Vicariato e con Marino andavano a fare le conferenze agli aspiranti, magari a piedi, poi in bicicletta ed infine con una macchina usata.
Più avanti hanno conosciuto altre persone anche loro dell’ambiente A.C. e hanno cominciato ad andare a Como per frequentare l’Istituto di Cristo Re, partecipando agli esercizi spirituali nell’eremo di San Salvatore, dove la cerchia di amicizie si allargava.
Ogni sabato e domenica erano a Vicenza, a Villa San Carlo, oppure al San Raffaele. Qualche volta gli incontri avvenivano anche a Chiampo, presso i francescani della Pieve, in sette o otto, soffermandosi in lunghe pratiche spirituali e nella preghiera.
Marino poi partì per l’Africa per insegnare agli africani, iniziando a costruire ospedali, pozzi per l’acqua e tante altre opere utili.
Dopo il suo ritorno a casa, un giorno ebbe la visita di un vescovo africano che ha confessato che lui era vivo grazie alle cure avute nell’ospedale costruito da Marino.
Andava tutte le sere a San Giovanni Ilarione a trovare la signora Augusta una maestra in carrozzina. Qualche volta era accompagnato da Momi, per farle un po’ di compagnia e pregare insieme.
Quando Marino si ammalò, Momi andava tutti i giorni a fargli compagnia. Quando è mancato ha sofferto tanto perché gli veniva a mancare un fratello, un amico.